Itri...Terra di Briganti.
Itri prima dell'Unificazione d'Italia, quando ancora esisteva il Regno delle Due Sicilie governato dai Borbone, faceva parte della provincia di Terra di Lavoro, che partendo dall'alto Casertano e Beneventano si estendeva fino all'Agro Pontino. Il Regno Duo Siciliano finiva alla Portella di Monte San Biagio ai confini dello Stato Pontificio che cominciava a Terracina ai piedi del Pisco Montano sull'Antica Appia. Le dogane dei due regni erano separate dalla malsana e paludosa Pianura Pontina che veniva ad essere terra di nessuno alla mercè di Briganti e Fuorilegge. Durante l'invasione Francese di fine '700, fu proprio un Brigante di Itri, tale Michele Arcangelo Pezza detto Fra Diavolo, che impedì lungamente all'esercito Francese di arrivare a Napoli, bloccando l'avanzata nei pressi delle Gole di Sant'Andrea, sull'Appia Antica tra Itri e Fondi. Questa azione "guerrigliera" gli valse le grazie di Ferdinando IV Re di Napoli che gli conferì il Titolo di Duca di Cassano e la nomina a Colonnello dell'Esercito Borbonico. Ma questa è un'altra storia...

La scoperta di Itri inizia sull'Appia Antica nei pressi dal ponte rinascimentale fatto restaurare nel 1568 da Parèfan De Ribera, Vicerè Spagnolo di Napoli, per superare il Fosso di Sant'Andrea, tra Itri e Fondi. Poco prima del ponte si trovano i resti dell'Epitaffio, piccolo monumento fatto costruire dal Duca di Alcalà per ricordare la costruzione del ponte medesimo. Ponte ed Epitaffio sono stati immortalati nelle stampe "sanguigne" del Labbruzzi durante il suo viaggio sull'Appia Antica da roma a Mirabella Eclano. Inoltrandosi sul vecchio tracciato della Via Appia nelle Gole di sant'Andrea per una lunghezza di circa 3 Km potrete provare l'emozione unica di posare i vostri passi sulla Regina Viarum, seguendo una storia iniziata nel IV secolo aC e proseguita fi no ai tempi dei Re Borbone . Arrivati a Itri, lo skyline della cittadina si presenta con il bellissimo Castello Medievale ed l'antico abitato arrampicato sulla collina di Sant'Angelo. percorrendo l'antica porta Mamurra si entra nel piccolo Borgo Medievale che si snoda lungo gli stretti vicoli che portano al Castello. Costruito nel IX secolo come avamposto lungo il passaggio della Via Appia per volere di Docibile I° Ipata di Gaeta si presenta quale fortezza imponente con mura massicce ed alte torri. Itri, stazione di posta lungo la Regina Viarum, vi racconterà le storie di un serpente d'acqua (simbolo della città), e di un Brigante che ha ispirato Opere musicali, cinematografiche e letterarie. Nonchè storie di Agricoltura e Pastorizia. Non potete assolutamente mancare di degustare il Formaggio "Marzolino", le Olive e l'Olio Locale, ed il famoso nettare dei Romani: Il vino Cècubo.
Valeria Simeone - Pasquale Valentino